La luminosità di un obiettivo dipende da due fattori: il diametro della lente anteriore e la lunghezza focale del complesso ottico. In pratica il valore di luminosità si determina dividendo il diametro in millimetri della lente frontale dell'obiettivo per la lunghezza focale.

Per questo motivo i teleobiettivi molto luminosi hanno una lente frontale di diametro molto grande. Tutte le ottiche con schema ottico composto da lenti sono caratterizzati da una luminosità massima e da luminosità minima.

Con il diaframma si regola la luminosità dell'obiettivo

La variazione della luminosità è possibile grazie al diaframma che, molto semplicemente si può paragonare a una finestra che se è aperta completamente fa passare molta luce, mentre se socchiusa ne fa passare di meno.

Osservando attraverso la lente posteriore e manovrando la ghiera del diaframma si potrà facilmente notare la variazione dell'apertura. E' più aperto quando sulla ghiera si imposta il numero più basso mentre è più chiuso quanto si imposta il numero più alto.

Infatti i numeri si riferiscono al rapporto tra il diametro dell'apertura e la focale dell'ottica. Se sulla ghiera impostiamo 2,8 avremo un'apertura doppia di quella impostata con 4.

Infatti passando da un valore all'altro della scala si ha un raddoppio o un dimezzamento dell'apertura a seconda che il numero impostato sia più piccolo o più grande. I valori sono per convenzione preceduti dalla lettera f, ad esempio f/2,8 – f/5,6 – f/16 ecc.

Prezzo ottica luminosa

Il prezzo di un'ottica luminosa è molto elevato. Perciò, a meno di non avere esigenze particolari, come ad esempio la necessità di utilizzare tempi di esposizione sempre molto veloci e di volere nel mirino un'immagine più luminosa è consigliabile sceglierne uno non super-luminoso che, oltre a farci risparmiare svolgerà ugualmente i suoi compiti. Un'altra caratteristica del diaframma è collegata alla profondità di campo.

La profondità di campo

Quasi tutti i soggetti che normalmente vengono fotografati solo a tre dimensioni mentre invece la fotografia ha due dimensioni. Un sistema ottico produce sul piano focale un'immagine nitida soltanto dei punti del soggetto esattamente sul piano di messa a fuoco.

Tutti gli altri punti, davanti e dietro al piano focale sul quale è stata effettuata la corretta messa a fuoco, verranno riprodotti come dischi di diametro sempre maggiore via via che ci si allontana dal piano focale. In gergo ottico questi dischi vengono chiamati cerchi di confusione.

Quando osserviamo una fotografia si può notare un evidente profondità dell'immagine riprodotta, dove sono ben visibili anche i soggetti davanti e dietro a quello in primo piano. Ciò è dovuto esclusivamente alla proprietà dell'occhio umano di accettare come punti ben nitidi tutti i cerchi al di sotto di una certa dimensione. Questa caratteristica è denominata profondità di campo.

Maggiore apertura di diaframma, minore profondità di campo

La profondità di campo è in funzione del diaframma e della lunghezza focale dell'ottica in uso. Conoscere come funziona e come sfruttare al massimo i suoi effetti è una delle tecniche fotografiche e importanti da capire e da usare per ottenere fotografie migliori. Maggiore sarà l'apertura, minore sarà la profondità di campo. In pratica se scattiamo una fotografia con f/2,8 otterremo praticamente a fuoco soli soggetti in primo piano mentre se invece utilizzeremo ad esempio il diaframma f/11, sempre mantenendo la stessa messa fuoco, otterremo un campo di nitidezza che ci permetterà di distinguere soggetti posti dietro e davanti al soggetto principale.

Lunghezza focale

Oltre che all'apertura, la profondità di campo è direttamente collegata alla lunghezza focale. Se ad esempio scattiamo due fotografie usando un obiettivo grandangolare da 35 mm e un obiettivo standard da 50 mm, entrambi regolati sulla stessa distanza di messa fuoco e con la stessa apertura, l'immagine ottenuta con l'obiettivo 35 mm sarà caratterizzata tra una profondità di campo più ampia.

Il Diaframma

La profondità di campo sarà minore se si utilizza un teleobiettivo con focali più spinte. Per capire il perché è sufficiente ricordare che il diaframma è il rapporto tra l'apertura dell'obiettivo della sua lunghezza focale; quindi per far passare la stessa quantità di luce attraverso un obiettivo da 50 mm e uno da 100 mm, l'apertura effettiva dell'obiettivo da 100 mm deve essere due volte quella dell'obiettivo da 50 mm.